La Meditazione Nadabrahma è un’antica tecnica tibetana usata da secoli per centrarsi.
Può essere praticata in ogni momento della giornata, da soli o in gruppo. Si deve avere lo stomaco vuoto e, al termine, restare inattivi per 15 minuti.
Nei primi due stadi, se il corpo si vuole muovere lascialo fare, ma mantieni i movimenti lenti, morbidi ed aggraziati.
Le diverse fasi di questa tecnica sono ritmate da una musica che scandisce i quattro stadi.
Primo stadio (30 minuti): siedi in una posizione rilassata, con gli occhi chiusi e le gambe unite; quindi inizia a emettere il suono “mmmmmmmmmmmmm”, abbastanza forte da essere udito all’esterno, in modo da creare una vibrazione in tutto il corpo. Verrà un momento in cui il suono continuerà da solo e tu diventerai un semplice ascoltatore. Non occorre alcun tipo di respirazione particolare e, se lo desideri, puoi cambiare la tonalità, modulando il suono, puoi anche muovere il corpo, ma lentamente e con dolcezza. Visualizza il tuo corpo come un tubo cavo colmo solo di questo suono. Questo stadio stimola il cervello e ripulisce ogni fibra: è particolarmente utile nelle pratiche di guarigione.
Secondo stadio (7 minuti): molto lentamente, muovi le mani, con i palmi rivolti verso l’alto, in un movimento circolare diretto verso l’esterno. Partendo dall’altezza dell’ombelico, entrambe le mani si muovono in avanti per poi dividersi e formare due larghi cerchi speculari, uno verso destra e l’altro verso sinistra, per poi ritornare all’ombelico. Senti di offrire la tua energia all’esterno, all’universo: il movimento deve essere lentissimo, impercettibile.
Terzo stadio (7 minuti): gira i palmi delle mani verso il basso e muovili con un movimento circolare diretto verso l’interno. Ora le mani si muoveranno verso l’ombelico per dividersi verso l’esterno sui lati del corpo, in cerchi concentrici: senti di portare l’energia dentro di te.
Quarto stadio (15 minuti): siediti o sdraiati in silenzio, assolutamente tranquillo e immobile.